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Sapone. Cos’è e come si produce?

da | 15 Nov 2019 | Blog | 0 commenti

Il primo di due articoli su come si fa e come funziona la classica saponetta della nonna

Il sapone è il capostipite di tutti i detergenti. Per capire davvero come funziona questa benedetta/maledetta/bistrattata saponetta dovrò dedicarle più di un articolo. Se vi interessa l’argomento armatevi di pazienza che pian piano cercherò di raccontarvi un po’ tutto di lei.

In effetti la classica saponetta della nonna è un prodotto dall’allure un po’ datato che subisce il fascino di colleghi più giovani e moderni come i detergenti, i bagnoschiuma o  la super trendy acqua micellare. Nonostante ciò il sapone rimane un cosmetico ancora molto diffuso, che ciclicamente riprende un po’ di vitalità all’interno del mercato cosmetico.

beautycologa saponetta con rete

che cos’è un sapone?

In chimica spiccia si parla di un tensioattivo anionico, definito come un sale alcalino di acidi grassi a lunga catena. Mhhhh…. Interessate. Ma in parole povere di cosa si tratta?

Il sapone è qualcosa che riesce ad abbassare la tensione superficiale dell’acqua, inglobare le sostanze grasse e produrre la tanto amata schiuma che lo caratterizza. Insomma tutti compiti tipici di un tensioattivo. E certo, lui è il capostipite di tutti loro.

Quello a cui tutti i tensioattivi devono portare quel rispetto che si riserva al vecchio capo del villaggio.

Come si crea un sapone

Per spiegarlo devo scomodare la chimica, si ma userò la mia adorata chimica spiccia, nulla di incomprensibile insomma 😉

Scomodo la chimica perché il sapone è il risultato di una bella reazione chimica: la saponificazione.

Questa avviene quando in determinate condizioni, quando si incontrano una sostanza basica (la soda caustica o la lisciva ad esempio) e un grasso.

Il risultato di questo incontro crea da una parte il sapone (il sale dell’acido grasso) e dall’altra la glicerina (alias: alcol glicerolo). 

Ve l’avevo già detto che una reazione chimica, che sia tra due persone o tra due sostanze poco cambia, quando avviene, cambia gli elementi coinvolti? Ecco questo è un tipico esempio.

sapone naturale beautycologa

Come si produce un sapone

Quando si produce in modo artigianale un sapone si aggiunge della lisciva (si quella che usavano le nonne per lavare i panni e che si produce partendo dalla cenere) alla sostanza grassa prescelta (olii, burri, grassi, animali o vegetali che siano, basta che siano… grassi). I nostri trigliceridi, che, come dice il loro nome, hanno tre catene di acidi grassi, si spezzeranno e lasceranno andare la glicerina.

I metodi per produrre, artigianalmente o industrialmente il sapone sono due:

Il metodo a caldo

Questo metodo è il più antico e anche il più “brigoso”. Si fanno bollire i grassi con una soluzione di sodio idrossido (no, dai non ditemi: cos’è?!?! E’ semplicemente la nostra sostanza basica) fino a che la meravigliosa reazione chimica non si completi. Ovvero fino a quando sparisco le gocce di grasso e per magia si forma una bella schiuma in superficie. Il sapone che si ottiene è così pronto da colare e una volta solidificato può essere utilizzato immediatamente. L’aspetto del sapone sarà irregolare e rusticheggiante. Insomma darà l’idea (e ripeto l’idea) di un prodotto più naturale/artigianale.

saponette colorate

Il metodo a freddo

È il metodo più utilizzato, che dà un sapone di qualità migliore (perché non si rischia di “rovinare” i grassi scelti con il calore, quest’ultimo infatti potrebbe alterare le proprietà di alcuni olii ad esempio) ed è anche il metodo più semplice da utilizzare.

Tutto rose e fiori? E quando mai. Ma l’inconveniente è superabile. Il sapone prodotto con questo metodo non può essere utilizzato immediatamente, ma deve rispettare un periodo di stagionatura, in modo che la nostra sostanza basica si neutralizzi con il tempo ovvero dobbiamo aspettare che la nostra saponificazione arrivi al completamento del processo. 

Come in ogni cosa della vita, per avere un prodotto migliore, ci vuole tempo. 

Trucchi per un sapone più ricco

Quando i saponieri giocano a fare i piccoli chimici devono decidere le percentuali tra grassi e sostanza basica (soda) da usare per creare la combinazione perfetta per ottenere il risultato sperato.

Se foste una mosca e poteste origliare le loro accese discussioni li potreste sentire parlare di “sconto della soda”, ovvero possono decidere di mettere un po’ meno soda di quel che servirebbe in modo tale che non vengano saponificati tutti i grassi. E perché mai uno dovrebbe scontare la soda? 

Perchè questo ha due vantaggi: rende meno aggressivo il sapone sulla pelle, controllando un pochino il PH (non vi ho ancora detto che i saponi hanno un PH più basico di quello della pelle? No, ok, il discorso si fa lungo, mi toccherà scrivere un terzo articolo sul sapone) e dall’altra parte le molecole di grasso rimaste “libere” miglioreranno le performance del sapone.

Se però si esagera con gli sconti (una sorta di liquidazione totale ad esempio) e si mette troppo poca soda, il nostro sapone potrà irrancidire più facilmente e rimanere “unto”. Insomma, trovare il giusto bilanciamento può essere un gran casino. D’altra parte, i professionisti, cosa ci stanno a fare?!?

lavarsi le mani con il sapone

Delle volte si aggiungono invece degli olii pregiati a saponificazione avvenuta. In questo caso questi olii andranno a nutrire la pelle e/o avranno un’azione detergente per affinità.

Si può dire quindi che il sapone, in questi casi, riesca a far convergere la detersione per contrasto, tipica dei tensioattivi, a quella per affinità, data dalla quota extra di olii e “surgrassanti” aggiunti. Una sorta di due in uno. Vi lascio link del mio articolo su questi due tipi di detersione.

Eh sì, la saponificazione, come potete aver capito, è una vera e propria arte.

Di solito nei saponi artigianali, cosa che normalmente non succede in quelli industriali, la glicerina che si forma alla fine del processo di saponificazione, rimane dentro il sapone e non viene separata da esso. Questo rende quel sapone (che contiene glicerina) più ricco e quindi migliore per la pelle.

Vi ho un po’ ammaliato con questi racconti sul sapone? Spero di sì, perché ho ancora un sacco di cose da raccontarvi in merito. Ma non vi tedio troppo per oggi. Il resto lo lascio per la prossima puntata.


CREDITS:

immagini: unsplash.com
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