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Pullulan: effetto lifting… ma non solo

da | 1 Mar 2022 | Blog

Il pullulan è l'ingrediente che dona l'effetto lifting ai cosmetici, ma riesce a svolgere ad altre concentrazioni anche altre attività molto diverse

Avete mai sentito parlare del Pullulan? No?!? Male, malissimo, ma possiamo rimediare subito. Anche perché è un ingrediente particolare e super utile in un cosmetico.

Partiamo dall’ABC: il pullulan è un polisaccaride. Cosa sono i polisaccaridi? Fanno parte della famiglia dei carboidrati e come si potrà facilmente intuire dal nome sono composti da tante molecole di zuccheri semplici (monosaccaridi). Tanto per farvi capire sono polisaccaridi l’amido, la cellulosa, le pectine, ma anche l’acido ialuronico.

lifting

Da dove deriva il pullulan

 

Il pullulan è prodotto da un simpatico fungo, in particolare da un lievito, che si chiama Aureobasidium pullulans. È stato isolato per la prima volta negli anni ‘50, nel ‘58 per la precisione, da un tale Bender e dai suoi compari, che nel ‘59 gli diedero il nome di pullulan. Ma la produzione commerciale del pullulan ha dovuto attendere un po’, fino al 1976, quando un’azienda giapponese si mise a produrlo usando gli scarti di produzione dello sciroppo d’amido commercializzandolo poi solo all’inizio degli anni 80.

Una delle cose belle di questo ingrediente è che viene sintetizzato attraverso la fermentazione di sottoprodotti del cocco, della melassa e simili. Insomma, è un prodotto molto furbo che viene prodotto da degli scarti industriali e in un’ottica di sostenibilità questo non può che renderci felici. In più è anche biodegradabile.

Pensate che viene usato non solo in cosmetica ma anche in campo alimentare e farmaceutico, anzi diciamo che i suoi usi in campo farmaceutico sono davvero molti e anche abbastanza importanti.

beautycologa lifting

A cosa serve il pullulan

 

A differenza di altri polisaccaridi non è igroscopico, ovvero non si riempie d’acqua tipo una spugna, un po’ come fa l’acido ialuronico per intenderci, ma è in grado di creare un film trasparente (ed edibile, anche se questo in cosmetica non ci interessa granchè), che ha capacità filmanti eccellenti. Diciamo che queste sue capacità lo rendono simile, per certi versi, addirittura a certe plastiche derivate dal petrolio.

È molto bravo a creare un effetto tensore sulla pelle, quello che viene definito effetto lifting (che ovviamente essendo un ingrediente cosmetico non ha nulla a che fare con il lifting vero e proprio), diciamo che questo effetto si ha quando, inserito in determinate quantità riesce a creare un film che quando si asciuga dà il suo tipico effetto tensore meccanico sulla pelle.

Il fatto che riesca a creare un film che aderisce per bene, lo rende l’ingrediente perfetto per i prodotti di styiling per i capelli.

È abbastanza impermeabile all’ossigeno, no, non fa soffocare la pelle, perché la pelle non respira, ma aiuta a mantenere la stabiità di attivi, fragranze, pigmenti che potrebbero facilmente ossidarsi a contatto con l’aria. Viene usato sia in farmaceutica che in cosmetica perché migliora le capacità di rilascio degli attivi, una sorta di effetto “retard”, o rilascio prolungato

Sì è vero, è un polisaccaride, un carboidrato, esattamente come molti zuccheri, ma non è cariogeno e per questo viene molto usato nei dentifrici e nei collutori. Inoltre, è anche mucoadesivo, ovvero rimane bello aggrappato alle mucose e questo lo rende perfetto per l’uso sulla mucosa della bocca o nei prodotti per l’igiene intima.

Ovviamente questa sua capacità filmante fa sì che riesca a trattenere acqua sulla nostra pelle. Lo fa grazie a un effetto detto “di idratazione indiretta”, un po’ quello che fanno gli oli per intenderci.

A che percentuali si usa

  • Tra lo 0,1% e l’1% dona un tocco che potremmo dire siliconico, danno immediatamente la sensazione di una pelle compatta, levigata, tonica e si può trovare a queste concentrazioni sia in creme o prodotti non a risciacquo, che in prodotti per la detersione sia della pelle che dei capelli.
  • A concentrazioni più alte (inferiori al 2,5%) agisce sia da legante che da filmogeno naturale.
  • Mentre al 5% dona quello che viene definito effetto lifting meccanico ad effetto istantaneo.
  • A percentuali ancora più alte (tipo 15-20%) si usa in prodotti rassodanti, che formano una pellicola, come se fosse un foglio, sulla superficie che viene rimossa staccandola dalla pelle. Non so se avete presente alcune maschere o patch fatti in questo modo.

È approvato da Ecocert e Cosmos (per chi interessa), e ha un peso molecolare molto alto (200.000 dalton), questo vuol dire che sta in superficie della pelle e non penetra. Ma questo fa parte delle sue caratteristiche. Chi lo dice che un ingrediente deve penetrare nella pelle per funzionare? Lui la sua azione la svolge proprio non penetrando neanche un po’.

Conclusioni

 

Ora immagino sia più chiaro del perché il pullulan è un po’ un unico nel suo genere e credo proprio non vi farete più sfuggire la sua presenza in un cosmetico. Mi piacerebbe però che da oggi provaste a cercare di capire in ogni particolare formula il motivo per cui è stato inserito. È davvero un tipo poliedrico e a concentrazioni diverse può svolgere funzioni diverse, ma questo ormai sono certa l’abbiate già imparato. Ma, anche se nessuno vi dice la percentuale utilizzata, leggendo le caratteristiche che ha il prodotto in questione potreste ipotizzarlo facilmente. Non vincerete certo nessun premio una volta capito, ma volete mettere la soddisfazione?!?

 Bibliografia:

Cheng, K. C., Demirci, A., & Catchmark, J. M. (2011). Pullulan: biosynthesis, production, and applications. Applied microbiology and biotechnology92(1), 29–44. https://doi.org/10.1007/s00253-011-3477-y

Prajapati, V. D., Jani, G. K., & Khanda, S. M. (2013). Pullulan: an exopolysaccharide and its various applications. Carbohydrate polymers95(1), 540–549. https://doi.org/10.1016/j.carbpol.2013.02.082

Ponrasu, Thangavel & Priya, Vilwanathan & Iyappan, Kuttalam & Suguna, Lonchin. (2020). Topical administration of pullulan gel accelerates skin tissue regeneration by enhancing collagen synthesis and wound contraction in rats. International Journal of Biological Macromolecules. 149. 10.1016/j.ijbiomac.2020.01.187.

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