Il profumo è magia. E’ mistero. Ricreiamo l’odore di un fiore. Del legno. Dell’erba. Noi catturiamo l’essenza della vita. La Liquefiamo. Intrappoliamo ricordi. Facciamo sogni. Quello che facciamo è una meraviglia, un’arte, e noi abbiamo la responsabilità di farla bene. (MJ Rose)
L’anima di un profumo è la sua fragranza. Questa può essere composta da molecole odorose sia naturali che di sintesi (ricreate in laboratorio).
I prodotti di sintesi sono sempre più simili, anzi spesso indistinguibili da quelli naturali, sono meno costosi e garantiscono una qualità costante. Anche se per questi motivi stanno di sicuro prendendo sempre più spazio all’interno delle formulazioni, le fragranze di origine naturale sono sempre state alla base dell’arte profumiera e sono di sicuro quello a cui i prodotti di sintesi si ispirano costantemente.
Ma come si fa a intrappolare un profumo che esiste in natura all’interno di una preziosa bottiglia di profumo?
Dipende. Lo so, è una risposta che do spesso, e che anche questa volta si addice a pennello.
Dipende dal tipo di pianta ma non solo (ci sono anche sostanze odorose che derivano dal mondo animale) che vuole catturare e intrappolare. Ognuna è fatta a suo modo e ognuno ha le sue tecniche di elezione.
Ecco una carrellata tra le varie tecniche di estrazione usate nel mondo della profumeria
Enflourage
L’enflourage è un metodo a freddo inventato non dai francesi (il termine, francese appunto, potrebbe ingannare) ma dagli antichi egizi. Ormai non si usa praticamente più, ed è adatto per i fiori fragili come il gelsomino e la tuberosa. Si prende una lastra di vetro, si mettono i fiori sopra e si ricopre di grasso; in questo modo il grasso ne assorbirà l’odore. Vi sembra così semplice? Manco per idea, dovete ripetere l’operazione per 30/40 volte. Quel grasso diventerà una pasta profumata, che verrà poi lavata con alcol. Si ottiene un olio profumato che una volta filtrato diventa l’assoluto, dal quale si raffinerà il profumo.
Avete capito che dedizione ci sta dietro a un profumo e perché da sempre sono stati qualcosa di raro e prezioso?
Infusione
I bacelli di vaniglia, il rizoma di iris, le fave di Tonka o lo zibetto, il muschio, l’ambra e il castoreo sono più adatte per la tecnica per infusione. Si prendono queste materie prime e si mettono nell’etanolo, si fanno macerare e poi le si filtra. Se si fa a caldo si chiama infusione, se si fa a freddo si chiama tintura (che non è quella per i capelli)
Spremitura
Per estrarre gli oli essenziali dagli agrumi si raschia via la buccia, senza prendere la parte bianca (come si fa in cucina) e poi si spreme la buccia. Avete presente i buchetti che vedete sulla buccia di un agrume? Quelli che sembrano i pori della nostra pelle. Ecco, se spremete i vostri pori escono punti neri, da quelli di un arancio esce olio essenziale. Ognuno ha le sue.
Distillazione
Si prende una caldaia con acqua e ci si mettono le sostanze vegetali spezzettate. Ci si accende sotto il fuoco, si fanno evaporare i principi attivi volatili (che appunto perché volatili, volano), che volano sopra a un refrigerante, si condensano e precipitano in un altro recipiente. Qui si divideranno in due: da una parte gli oli essenziali, dall’altra l’acqua aromatica.
Estrazione con solventi volatili
Metodo alternativo alla distillazione, per le oleoresine, i resinoidi e le concrete. Si prende ciò che deve essere estratto (che sia secco o fresco poco importa) si mette sulla griglia dell’estrattore, si usa un solvente, ad esempio l’esano, basta che sia super volatile e quindi che praticamente scompaia dopo essere evaporato. Quello che si ottiene è un mix di oli essenziali, cere e pigmenti. Questo pappone si viene distillato e così si ottiene l’essenza assoluta, separata dal solvente.
Head Space
Questo è di sicuro il metodo più spettacolare. Una tecnica nuova che si usa con quei fiori che sono troppo delicati per subire tutti gli altri metodi estrattivi.
Si prende una boccetta in cui si inserisce il fiore. All’interno c’è un micro-ricettore che riesce ad assorbire dall’aria profumata che si forma dentro la boccetta il profumo. Questo procedimento può richiedere da mezz’ora a parecchie ore. Una volta catturato il profumo, utilizzando dei solventi si possono recuperare le molecole odorose del fiore, ma attenzione, saranno tutte divise, per cui bisognerà selezionarle e ricomporle per riprodurre il più fedelmente possibile il profumo di quel fiore.
Insomma, tecnologia, arte e passione unite tutte insieme.

Io non so voi ma immaginare tutta la tecnologia, la tradizione e la passione che sta tutta rinchiusa all’interno di pochi ml di un profumo mi fa davvero sognare.
D’altra parte cos’è un profumo se non qualcosa in grado di farci sognare soltanto annusandolo per qualche istante?
Sui profumi sono stati scritte fiumi di parole: vi lascio qui sotto due citazioni sul profumo che credo si sposino perfettamente con quello che ho scritto fino ad ora.
Colui che dominava gli odori, dominava il cuore degli uomini. Poiché gli uomini potevano chiudere gli occhi davanti alla grandezza, davanti all’orrore, davanti alla bellezza, e turarsi le orecchie davanti a melodie o a parole seducenti. Ma non potevano sottrarsi al profumo.
(Patrick Süskind)
La ricerca del profumo non segue altre vie che quella dell’ossessione.
(Colette)
CREDITS:
immagini: dove non specificato: unsplash.com, tranne schema distillatore, mia modifica su schema tratto da wikipedia.
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